domenica 16 agosto 2009

Cerimonia

15/08
8.25 pm
PROLOGO. I fatti sono questi: il Lariam causa incubi. Ieri sera ho preso il Lariam. Ho passato la notte successiva a svegliarmi in agitazione perche` avevo sognato ******. La conseguenza piu` logica e` che sia il mio peggior incubo, non e` cosi`?
Ora posso iniziare il racconto della giornata, che e` stata forse la piu` intensa da quando sono qui [e grazie tante, direte voi, sei li` da soli 4 giorni; ma se non vi convince la motivazione che questi 4 giorni a me siano parsi 4 mesi, allora vi diro` che e` stata tra le piu` intense di quest’estate, siete contenti?]. Mi sveglio prestissimo, perche` alle otto dobbiamo essere al villaggio di Mi. per l’inizio della cerimonia. Mi. passa a prendermi alle otto e mezza, ma non e` un problema perche` appena arrivati ci troviamo con un sacco di tempo a disposizione –non erano ancora iniziati i preparativi, giusto per intenderci. Cosi` facciamo colazione (pane, burro di arachidi e margarina con chai al ginger e qualcosa che suonava come sunbeam al latte. [dubito fortemente che abbia bollito il latte per il mio delicato pancino occidentale, ma non e` l’infrazione piu` grave ai consigli delle guide turistiche che abbia compiuto quest’oggi]), andiamo a guardare le scimmie che vanno al fiume e i cani che le inseguono ed incontriamo Adam e Loossi, fratelli di Mi., con i quali ci rechiamo verso i preparativi. In un vero villaggio maasai, abitato da veri maasai vestiti con veri shuka maasai, gli uomini tagliano e arrostiscono la carne [i buoi sono stati soffocati e dissanguati ieri notte, e a dire la verita` mi e` dispiaciuto non assistere alla scena] mentre le donne preparano banane, mais , riso e altre verdure. Assaggio la carne di toro che, durante la cerimonia, sara` riservata ai capissimi e riparto per una passeggiata. In un bugigattolo all`aria aperta ci fermiamo per delle sodas e una kili […manjaro, birra deliziosa]. Dei bambini che giocano con il bastone e la ruota ridono fissando lo mzungu che li fissa. Nel giardino di alcuni amici assaggio un’anguria appena raccolta [lo ammetto, senza lavarmi le mani e senza sciacquare il piatto dal quale mangiavo] che era una vera delizia. Andiamo ancora in cerca di scimmie, ma invano; tuttavia trovo delle bacche che Mi. mi dice di conservare, perche` se tenute in tasca durante il pranzo aiutano la digestione. Devo ammettere che e` vero. Appena tornati al campo (che nel frattempo si era riempito di persone) fotografo un gruppo di donne maasai in costume caratteristico (penso che per loro fossero vestiti usuali) ricevendone urla in non so quale lingua: dalle risate di Mi. deduco che pensavano volessi vendere le foto fatte durante quel giorno, percio` affido la macchina a lui per evitare situazioni simili… Entriamo nella casa di un amico, dove assaggio un alcoolico maasai fatto con banana, miglio e miele [molto buono e molto forte, ma bisogna sputacchiare le fibre]. Quindi inizia la cerimonia: un gruppo di maasai esce dal villaggio saltando e cantando; un altro, carico di vettovaglie e bevande, gli viene in contro nella stessa maniera. Il primo si volta, raggiungono il centro del villaggio e insieme, formando un cerchio, urlano e si agitano. Quindi si dividono in due gruppi, maschi e femmine, continuando nella stessa maniera. Gli uomini entrano in una capanna per il rituale vero e proprio, le donne danzano fuori. Poi si pranza, in ordine di potere/anzianita`, a base di poltiglia di mais, stufato di banana, riso e carne (tutti cibi di altre tribu`, poiche` i maasai si nutrono solo dei prodotti delle loro mandrie). Ora cominceranno a bere e andranno avanti a saltare e cantare tutto il pomeriggio, mi dice Mi., cosi` decidiamo di tornare verso casa sua e avere un altro pranzo, a base di chapati, fagioli stufati, patatine fritte. [solitamente si mangia in piu` di uno dallo stesso piatto, prendendo il cibo con le dita; questa volta avevo il mio proprio piatto]. Loossi, il fratello, mi regala una schuka, e andiamo a cercare la parrucchiera del villaggio perche` volevo farmi qualcosa ai capelli. Ha da poco iniziato a fare le treccine a una signora, cosi` andiamo a tambasiare in giro (la fanta ha un sapore decisamente diverso da quella nostrana, e anche il biliardo e` piu` divertente). Arriviamo in una zona dove i bianchi non sono soliti trovarsi [oggi ho visto un solo musobianco in tutta la giornata. Il mio obiettivo e` passare un intero giorno senza vederne nessuno, magari a parte quel brutto ceffo che mi fissa mentre mi lavo la mattina (lo so che quando ero in montagna ho passato piu` di un giorno senza vedere nessun essere umano, di qualsiasi colore, ma io voglio vedere delle persone –che non siano bianche.)], e dove si trova la scuola che fu di tutta la famiglia di Mi. Tra una cosa e l’altra si sono fatte le sei, e torniamo dalla parrucchiera: per la strada incrociamo fiumi di maasai ubriachi che ci salutano con “jambo!” e ci chiedono soldi..[jambo e` il saluto amichevole, sinonimo di mambo (“come stai”). Per i piu` anziani bisogna invece usare shikamu]. Raggiunto il negozio (che non e` un negozio, ma il cortile di una casa con una stuoia per sedersi) aspettiamo una mezz’oretta, la signora di prima finisce di farsi torturare e paga [5000 lire per quasi tre ore di lavoro.. mi spiace Mari, non so esattamente la cifra ma penso tu abbia speso molto di piu`!] e inizia a lavorare su di me, continuando fino a notte fonda (il che vuol dire per circa un’oretta). Cosi` ora ho i rasta (non i dread alla Bob, solo quelle specie di treccine divise in righe che fanno molto gangsta). Un po’ di persone (Mi., una delle sue sorelle, Jacob –un ragazzo del centro, ecc) mi accompagnano ridendo e chiaccherando verso casa, mentre attraversiamo i soliti ponti di tronchi ormai familiari. E` quasi un’ora che scrivo, e mi chiedo se continuero` a raccontare cosi` minuziosamente ogni singola giornata. Probabilmente uno di questi giorni scrivero` delle riflessioni sugli odori, i geni, il sentirsi a casa e cose cosi`.
P.s Ho iniziato Manituana, dei Wu Ming: penso che ci impieghero` un po’ di tempo a finirlo.
P.p.s. Andare al supermercato e trovare l’acqua della sanpellegrino e` quanto meno sconfortante.

16/05
7.35 pm
Su oggi non c’e` molto da raccontare, perche` non ho fatto un granche`: avevo appuntamento di mattina con Michael, ma un suo messaggio mi dice che non puo` venire perche` deve lavare i vestiti. Cosi` decido di imitarlo, ma la corrente va via dopo poco tempo e cosi` devo finire a mano cio` che la lavatrice aveva iniziato. Pranzo al centro, con stufato di banana e fagioli, prima di tornare a casa per leggere e pensare attorno a un’idea parecchio interessante che mi e` venuta per un possibile racconto. Verso le cinque Brian e Jonas (uno dei ragazzi del centro) mi invitano li` a giocare a one-touch, sorta di porticine, per piu` di due ore. Mi sbuccio un ginocchio. [penso di non essermi sbucciato un ginocchio giocando sull’erba da… be’, da tanto]. Tornato a casa faccio una doccia [fredda, perche` lo scaldabagno c’e` ma, se ho capito come funziona, cosa non del tutto ovvia, allora non funziona. Poco male, mi abituero` al freddo].
P.s. Che palle il lariam, non dormo decentemente da un sacco di tempo.
P.p.s. Mi e` stato chiesto di parlare degli odori. Come posso descrivere il profumo della polvere rossa che si deposita sulle scarpe e sui pantaloni; o quello della frutta fresca, ancora prima di aprirla, che e` piu` intenso di quello dei nostri frutti gia` sbucciati; o l’odore di incenso che si solleva dalla legna che brucia sotto il pranzo di qualcuno; o un sentore simile a quello delle torte che il vento ti porta da lontano mentre cammini in una foresta di banani?
P.p.p.s. Manituana e` quasi finito. Adoro quel tipo di romanzi (anche se Q era molto piu` esaltante).

3 commenti:

  1. Leggere quello che scrivi è come essere sbalzati fuori, fuori da tutto questo.
    E infastidisce non poter annusare, ascoltare, guardare, toccare, sentire di persona... accorgiti di quanto hai, mi raccomando.

    Sembra che oramai solo gli incubi ti ricordino il mondo qua... credo di esserne felice ma mi manchi davvero tanto.

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  2. Oramai non so davvero che scrivere...Ad ogni intervento mi sembra,anche solo per poco,di essere lì...
    Lariam a parte penso che tu stia passando delle giornate davvero stupende.

    Sto cercando di immaginarmi in una situazione analoga ma credo che non riuscirei ad avere tutta la naturalezza che riesci ad avere Te,inoltre credo che se decidessi di tenere un blog come stai facendo Tu, sicuramente scriverei poco o niente e una mia frase conterrebbe molti superlativi e niente sostanza,quindi mi sento di ringraziarti e farti i complimenti per quello che scrivi.

    P.S. si capisce che sono alquanto invidioso e senza parole solo a leggere quello che stai passando là?


    La parte Maschile degli Zanelli

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  3. jambo mzungu, mambo?
    fantastico, sto imparando lo swahili! se non ha una grammatica troppo complicata lascio perdere l’idea di studiare il francese.
    come è stato il "pancino occidentale" dopo i cibi masaai? a proposito, ricorda di portare dei semi della pianta digestiva prodigiosa. sai mai, potrebbe anche crescere su un balcone bergamasco.
    vorremmo, vogliamo, vedere le foto della cerimonia. qualcuna almeno. e del mzungu con le treccine. e di Mi., Br. e Anna. e dei ragazzi dell’urafiki. e del tuo bucato. o forse quello no!
    p.s. : i profumi e gli odori. va bene come inizio, ma non li sento ancora bene. forse il profumo di torta nella foresta di banani. il mio albero preferito, tra l’altro. continua, raccogline tanti, con i colori....
    ciao mzungu, buone giornate

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