domenica 13 settembre 2009

Back to school (Pt2) [AKA leo nane]

13/09
10.00am
In questi ultimi due giorni non ho avuto un secondo libero per scrivere, sebbene abbia avuto alcuni momenti in cui non ho fatto niente. Ma lasciate che racconti.
Venerdi` mattina era una bellissima giornata di sole, ed ero tanto stanco da non volermi alzare dal letto. Percio` mi sono alzato in fretta, per fare cose che mi rendessero almeno altrettanto stanco la mattina dopo. Al centro, siccome mancava la corrente non ho potuto pubblicare l’intervento che avevo preparato la sera prima. I bambini erano particolarmente esplosivi, e ad un certo punto, essendo Anna uscita per una commissione urgente, mi sono ritrovato da solo a guardia di quello sciame di bestioline che mi faceva spingere due altalene insieme, faceva finta di non capire che non capissi lo swahili e mi singhiozzava il motivo o la persona che li aveva fatti piangere. Finalmente iniziata la lezione posso andare con Mi., che nel frattempo mi ha raggiunto, verso Njiro road per prendere il dalla-dalla fino in citta` in cerca di qualche cd. Il negozio gestito da un suo amico e` chiuso, pertanto attraversiamo a piedi strade piene di studenti islamici in libera uscita, poiche`se la scuola sa che sei musulmano hai il permesso di recarti alla moschea, diretti verso un quartiere quantomeno pittoresco, con maasai che vendono il loro tabacco tradizionale, da tenere tra il labbro inferiore e gli incisivi che si mescolano con arrostitori di pannocchie, carretti trainati a mano pieni di scarpe, vestiti, frutta e gente che si limita a chiaccherare animosamente per passare il tempo. In un baracchino che assomigliava ad un tabaccaio sfogliamo una serie di cd, tutti regolarmente masterizzati e con le copertine fotocopiate, ma decidiamo di non fidarci per i troppi errori di battitura nei nomi degli artisti e delle canzoni. Procediamo sempre a piedi passando accanto a dei giardini pubblici con dentro numerose tombe (o un cimitero senza recinizioni ed adibito al passeggio), dove incrociamo numerosi venditori di bilancie di vario tipo; piu` avanti entriamo nello stadio municipale, il quale, se non sono previste partite, e` aperto a chiunque voglia allenarsi, correre o sdraiarsi sull’erba. Finalmente arriviamo a una zona di lunghi caseggiati composti da minuscole stanzine nelle quali si vendono le piu` svariate mercanzie: in questo parti usate di automobili, in quello ciabatte, in quell’altro stereo e televisori. Entriamo in un negozietto che ricordava abbastanza una cartoleria dove acquistiamo finalmente due cd, di cui uno mp3 (non ho capito se sia legale o meno, ma tant’e`) e rispettando la prima regola dell’acquisto musicale [le quali sono: 1-non pagare mai un cd piu` dell’equivalente di tre euro; 2-ignora le musicassette; 3-un vinile non e` mai troppo costoso]. Siamo anche alla ricerca di un cd di musica maasai, molto particolare e bella; ma siccome in quel posto avevano solo i relativi filmati, che al contrario sono di pessima fattura e regia, ripartiamo per nuovi lidi, finendo nel quartiere arabo. E` periodo di ramadan, le strade sono piene di gente in thop bianchi, grigi o blu che gioca a dama e chiacchera aspettando la sera; sebbene siano tutti allegri e disponibili, non troviamo l’oggetto del nostro viaggio. Ma ecco che ci imbattiamo in delle grosse bancarelle, una di libri di vario genere, l’altra di sapone, dove ne acquisto uno al mango e aloe vera. Continuando la passeggiata, che ormai va avanti da quasi due ore, ci infiliamo nel negozio di una fotografa che vendeva ritratti di animali selvatici veramente belli e terribilmente costosi, e che io e Mi. abbiamo analizzato e commentato uno per uno anche solo perche` la nostra presenza infastidiva la mzungu proprietaria. Lungo la via per tornare al primo negozio, che peraltro era ancora chiuso, indaghiamo presso due conoscenti se un terzo fosse in giro (non lo era), e da loro compro a meno di meta` prezzo un bel bracciale fatto a mano. Per ripararci dal sole di mezzogiorno entriamo in un localino che tanto piu` si sforzava di essere occidentale tanto piu` lasciava trasparire la sua fantastica africanosita`, dal menu` scritto a mano alla vetrina con cibi fritti ammonticchiati uno sull’altro. Per venti centesimi prendiamo una polpettina rotonda di carne ed una di forma cilindrica di verdure speziate ciascuno, e saltiamo sul primo affollatissimo dalla-dalla per tornare a casa; in quell’istante ci accorgiamo di avere smarrito la saponetta appena acquistata.Il viaggio traballa al ritmo di un reggae suonato con una chitarra alla Hendrix, accoppiata insolita; inoltre non sono molti i dalla-dalla di Arusha dotati di altoparlanti, mentre tutti quelli di Dar, mi dicono, sono come le Bare di Cristallo. In ogni caso da Njiro al centro passiamo per stradine secondarie che non avevo mai visto, mentre penso che Oggi e` un mese che sono qui e scopro che La legge della Tanzania non punisce la poligamia, effettuata sia dagli arabi che dai maasai, e che I gangsta maasai di una zona di Arusha tempo fa erano in guerra contro i gangsta meru [altra tribu` locale], solo che invece che spararsi come nel Bronx si scannavano a coltellate. Al centro pranziamo mentre mostro ad Anna le foto che ho fatto durante il safari, scoprendo che non erano tutte cosi` malaccio come mi ricordavo. Poi, passato da casa per prendere i –pochi- vestiti di cui avro` bisogno nei prossimi giorni, io e Mi. andiamo a piedi a casa sua per prendere i suoi e fare il bucato, in un ruscelletto incanalato posto vicino al fiume che scorre li` vicino; chiunque voglia lavare qualcosa, portare l’acqua a casa, farsi la doccia o anche solo incontrare qualcuno passa di li`. Mentre laviamo, ad esempio, veniamo raggiunti da Frankie, con il quale vado nella foresta li` vicino per cercare le scimmie. A quest’ora, infatti, incominciano a tornare dagli impegni quotidiani per dormire vicino al fiume, ed i rami degli alberi sono pieni dei loro richiami e salti. Ci addentriamo in un bananeto selvatico che si inerpica su una collina di sabbia, per incontrarci con una famiglia di velvet monkey che ci fissa incuriosita prima di ricominciare a correre e rincorrersi avendoci trovati del tutto privi di interesse. Torniamo alla fonte, dove, mentre facciamo saltare qualche sasso, incontriamo Gasto, Manje, Jacob e qualche altro ragazzo che non conoscevo che andavano a cercare legna per il fuoco. [Quando e` finita una delle saponette Mi. ha preferito finire di lavare da solo e lasciarmi giocare con i ragazzi]. Torniamo nella foresta per cercare di catturare una scimmia, ma invano; quindi, tornato ciascuno ai propri doveri, ci separiamo. Io, Fr. e Mi., che nel frattempo ha finito di lavare i vestiti e se` stesso, portiamo i panni a stendere e ripartiamo. Fr. ha un porcellino d’india, e andiamo a casa sua per sfamarlo; quindi, sapendo che ne voleva un altro, andiamo in un villaggio poco distante per acquistarlo. Tutta questa zona, un tempo, era dominata dalla foresta, dove Mi. e i suoi amici andavano a catturare dik-dik e conigli selvatici; ora e` una radura punteggiata di campetti coltivati e case in costruzione lasciate a meta`. Da quella collina, se c’e` bel tempo, si vede la punta del Kilimanjaro; invece da qui si vede il tramonto, che c’e` tutti i giorni ma non per questo non continua ad emozionare. Trattiamo per l’animaletto, acquistando una femmina gravida, ed imbocchiamo la strada del ritorno. Il buio e` ormai calato, il monte Meru e` solo una silouette tra le stelle e le nuvole, il vento freddo fa venire la pelle d’oca, tanto piu` che e` stato caldo tutto il giorno e sono ancora in maglietta. Salutiamo Fr. e la sua famiglia, continuiamo verso il centro ed incontriamo prima Nancy, che vuole farsi almeno mezzo chilometro in braccio –ed almeno mi riscalda un po`, e poi Loosse, il fratello di Mi., con il quale ci organizziamo per la serata del giorno dopo. Pensavo di passare dal centro giusto per salutare ed andare a casa a cena, ma Br. mi chiede di dormire li` per quella sera ed acconsento. Esco in giardino per telefonare, e Kane, il cucciolo del centro, nel saltellarmi attorno ed addosso (non ho capito se e` per farmi le feste o per maledirmi, essendo io il costruttore della cuccia in cui e` rinchiuso) mi morde una mano, ed adesso ho tre nuovi tagli.Vado a casa per prendere un po` di disinfettante, che con la bava dei cani non si sa mai, e le cose per la notte; quando busso al cancello di casa, questo viene aperto da Sauli, la vecchia guardia che vuole partire. E` passato per salutare e sistemare alcune cose, e partira` di nuovo domattina. E cosi` anche chi ha detto addio puo` ritornare. Lo saluto e torno al centro, dove mi vengono chieste le chiavi del vain per accompagnarlo l’indomani alla stazione dei bus; cosi` torno a casa, e lo saluto per la terza volta. Pronti a dormire; su consiglio di Anna mi riempio di autan, senno` non sarei riuscito a chiudere occhio. Avvertenza vana, dato che Br. continua a rotolarmi addosso e russa tranquillo come solo i bambini sanno fare, come se avessero coscienza di non avere alcuna preoccupazione. Inoltre, appena lui si calma, qualche zanzara infastidita dal non potermi offendere si vendica ronzandomi nelle orecchie, ed una o due, tentando la sorte e sfidando il repellente, mi lasciano un paio di bolli grossi come bottoni. Alla fin fine sono riuscito a dormire molto piu` che la prima notte di Nairobi, quindi potevo ritenermi soddisfatto. Di mattina apro il blog per postare l’intervento precedente ma la corrente sparisce nell’istante in cui si carica la pagina. Quindi vado con Br. a comprare le mandaazi, vero nome delle frittelle con cui facciamo colazione di solito, e lo saluto. Deve andare a non so quale impegno della scuola, o della chiesa, o di entrambi. Cosi` vado da solo a casa di Mi., che ormai conosco la strada piu` che bene, per aiutarlo a sfamare le galline, curare i pulcini, strappare le erbacce da un campo di granoturco, ancora immaturo a causa del persistere del brutto tempo e talmente pieno di api da non riuscire a sentirsi a causa del ronzio, sfamare anche i conigli e fare una seconda colazione. Sto imparando a bere il chai bollente come loro, peraltro. Dopo mangiato andiamo a casa di un suo amico per comprare gli stessi semi che abbiamo piantato la prima settimana; un rastone veterinario con la capanna tapezzata di poster reggae, religiosi e sull’inseminazione artificiale bovina e` dispiaciuto di non avere cio` che cerchiamo, ma ci indirizza ad un’altra fattoria. Lungo la strada incrociamo una vecchia amica della madre di Mi. che zappa il suo terreno e ci riempie il sacco che ci eravamo portati degli arbusti di cui avevamo bisogno. Mentre parla, inoltre, tira una zappata improvvisa in mezzo alla terra e raccoglie il cadavere di un serpentello lungo piu` di una spanna. Questo e` il cucciolo di quei serpenti che si infilano talvolta nelle case, versione non velenosa del mamba nero, mi spiega Mi. Peraltro il veleno del mamba e` talmente intenso che ti prende persino se calpestando le ossa di uno morto ti ferisci. Al ritorno troviamo Gasto e Jacob che ricostruiscono un canale di irrigazione a colpi di vanga, mentre Frankie arriva un istante dopo per chiedere a Mi. di sistemargli la casa dei porcellini d’india. Insieme a Manje andiamo a prenderla: un cilindro di compensato piuttosto grosso, pesante, scomodo e pieno di chiodi; l’unica maniera per non spaccarsi le braccia era portarlo attorno al collo, ed Attilio Regolo e` famoso per poco piu`. In ogni caso lo ripuliamo, chiudiamo il fondo con una rete metallica e forniamo di una porticina l’ingresso, il tutto utilizzando esclusivamente materiali di riciclo. Al termine dell’operazione di falegnameria pranziamo con la ragazza di Mi. e torniamo al quartiere del centro, dove andiamo a cercare Loosse nel suo negozietto di prodotti di bellezza. Non e` li`, al momento, ma se vogliamo possiamo aspettarlo; ma mi annoio troppo, e decido di andare al centro per vedere se posso fare qualcosa per Anna. Ma nessuno e` in casa e non risponde al telefono, a casa manca l’elettricita` per scrivere al computer e ancora nessuno e` arrivato al centro. Fortunatamente incontro Fergusson e gli offro una bibita mentre chiaccheriamo del rapporto tra lo stare bene e l’avere soldi (assolutamente nessuno, concordiamo infine) e mi descrive la strada per arrivare al suo villaggio, sperso tra i monti vicino al lago Vittoria. Quando deve tornare al lavoro io vado in cerca di Mi., che pero` ha lasciato il negozio; tento un’ultima volta il centro, ma sulla strada incontro Br. il quale mi dice che Sua madre e` ad un funerale e tornera` piu` tardi, intanto aspettiamo a casa di Emma. Qui, sul mio fedele taccuino, scrivo un paio di e-mail che devo spedire e stavo per scrivere l’orario di introduzione al racconto per il blog quando Anna arriva. Non era un funerale, ma la camera ardente di una vecchia zia morta a Dar Es Salaam. In seguito riesco ad usare la rete per postare l’ultimo intervento, e nel mentre ricevo una telefonata di Mi. che e` tornato al negozio del fratello. Lo raggiungo ed ordiniamo nel locale li` vicino del nyama choma; mentre aspettiamo andiamo da Fergusson che seguiva appassionato una partita del suo Manchester riuscendo a rendere divertente il calcio. Dopo cena passiamo da casa per lasciare giu` tutti i miei averi, che non si sa mai, e prendere il vain. Insieme a Lawrence, Loosse ed un suo amico partiamo per la citta`, diretti a Qualche bar. Al primo ci sediamo, ci alziamo e ce ne andiamo, e il motivo lo discutono in swahili; il secondo era tanto pieno che non si riusciva a fare manovra a causa delle auto parcheggiate davanti; il terzo, detto Maasai camp, e` a pagamento ed abbastanza snob. Un tempo era un posto abbordabile, ma a forza di essere pieno di wazungu ha ottenuto il biglietto d’ingresso e tutte le bibite sono piu` costose. Intorno a mezzanotte-l’una ci sara` da ballare, e decidiamo di aspettare in un altro locale. Cosi` andiamo nel barettino, abbastanza lontano, dove eravamo stati il giorno della cerimonia maasai; una Serengeti per me, del Konyagi, sorta di rum un po` piu` leggero, per loro e condividiamo una zuppa molto buona anche se un po` troppo salata, che sapeva di ossobuco e patate. Tra gli ingredienti, banana, cassava, patata americana e altri ingredienti che, credo per fortuna, mi sono sfuggiti. Per un po` stiamo seduti a guardare video hip-hop, pressoche` tutti uguali ma quelli un po` fuori dalla norma erano veramente divertenti; ma, giunta la mezzanotte, veniamo sbattuti fuori dal locale, che e` gia` ora di chiusura. Ripartiamo per il maasai camp, quando una delle ruote inizia a sgonfiarsi. Quella di scorta e` gia` montata, perche` un’altra pochi giorni fa aveva subito la stessa sorte ed era ancora da riparare. Il vain arranca fino a una stazione di benzina e poi ci abbandona sotto la minaccia di sventrare il copertone. Cosi` attraversiamo a piedi la citta`, che deserta e silenziosa mi ricordava tristemente piazzale oberdan, per imbatterci in un tassista scalcagnato come il suo veicolo che ci porta fin sotto casa. Pensavo, speravo, che la serata fosse finita a causa di questa disavventura, ma scopro che il loro progetto era di prendere l’altro vain per raggiungere il maasai camp. Sarei d’accordo, se solo non volessero tirare fino alle sei di mattina. Cosi` li saluto e crollo addormentato. Per la prima volta da quando sono cui non mi sveglio prima della sveglia; non c’e` ne` la corrente ne` l’acqua, e in qualche modo mi arrangio per fare colazione, lavare e lavarmi; lux fiat, la corrente ritorna: accendo il computer per scrivere queste parole e dopo circa venti minuti salta nuovamente, e perdo tutto. Cosi`, ora, sto scrivendo sulla sicurezza della carta in attesa di poter trascrivere.
P.s. Non solo l’hip-hop non mi infastidisce, ma comincia anche ad interessarmi. E persino il reggae. Ve l’ho detto che sto cambiando.
P.p.s. Inoltre ho sempre pensato che la parola che indica chi non cambia mai idea sia un’offesa.
P.p.p.s. Il resoconto della serata e` un tantinello scarno, me ne rendo conto, ma e` passata in fretta senza avvenimenti eccezzionali. E ogni tanto un po` di ristrettezza fa anche bene, no?
11.45pm
Non so come ho fatto a metterci quasi due ore a trascrivere e ritoccare grammaticalmente il resoconto che avete appena concluso, considerando che pensavo di metterci al massimo una mezz’ora o poco piu`. In ogni caso ora sono tanto stanco, e non mi sento affatto pronto per raccontare tutta la giornata di oggi, percio` vogliate scusarmi ma lo scrivero` domani. Stasera ho preso giusto degli appunti, quindi non temete che avrete un racconto piu` che dettagliato. Ma per ora accontentavi di tutto questo.
P.s. Per farmi perdonare rispondero` qui alle prime cinque domande che ricevero` nei commenti o per e-mail esponendo i fatti richiesti come a me sembra siano veri.
14/09
8.25am
Sono al centro giusto per far giocare i bambini e pubblicare questo post, prima di ripartire per una giornata terribilmente impegnativa. Mentre scrivo circa un migliaio di poveri ragazzi e` rinchiuso in un’edificio sulla collina. Hanno tutta la mia simpatia, con la consapevolezza che troppo presto dovro` unirmi a loro.
P.s. tra dieci giorni e` un altro compleanno.
P.p.s. Vi presento ora il problema dell’aeroporto. Arrivero` al Frankfurt International Airport, questo mercoledi`, intorno alle cinque e mezza; alle sei e venti parte il pullman diretto ad Hahn, che impiega un’ora e mezza per compiere il tragitto. Alle otto e mezza chiude il gate per il ryanair diretto a Orio. Ora, se in meno di mezz’ora riesco a trovare la stazione dei bus e a salire sullo shuttle, arrivo a BGY per le nove e mezza. Altrimenti devo passare la notte ad Hahn, un vero postaccio, e arrivare a Orio per le sette e mezza del mattino dopo. Comunque a me piacerebbe avere tanta gente all’arrivo a casa, anche solo perche` vedere voi mi fa pensare che quel paese non sia poi cosi` pieno di brutti ceffi. Solo che non ho idea di come avvisarvi tutti di quale aereo prendero`. Qualche suggerimento?
Ale

4 commenti:

  1. fatto. attivata subito. telefonato a bergamo tv, rai 3, canale 5, sky news.... poi il dubbio. ma i tuoi fedelissimi guardano la tele?
    non so quanti saranno al terminal (qualcuno sicuramente vorrebbe essere li giovedi mattina: ottima scusa per bigiare!). io ci sarò. ma avviso, non ho un vain per trasportare tutti.
    santo cielo sei così lontano, sotto l'equatore che non ti si può vedere dalle mura neppure in una gioranta tersa, da così tanto tempo che non sembra possibile che tu stia per tornare.
    kwa heri mzungu sempre più masaai
    tutaonana

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  2. e provare con i bongos? se volete mi do da fare. tranquillo il mondo non è bello a questa latitudine,ma sono tante le latitudini che dividono con noi questa posizione,
    il problema che le bruttezze sono diverse e a volte non riconosciamo quelle che sono insolite;
    ma alcune bellezze sono solo nascoste meglio, sotto una bella crosta di paura di essere se stessi , paura di non essere adeguati, a volte solo dopo una certa età (e prima di un'altra certa età)non ci si cura più di questo e si riesce a dare ad ogni "cosa" il giusto valore....ti voglio bene e sono contenta di averti seguito in questo viaggio, così come sono contenta che tu ritorni e possa raccontare di persona (ammesso che non venga colpito subito dal sillabismo)a presto

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  3. Io ci sono,cartellone compreso XD
    Approccia il Raggae,io ho una compilation di Marley stupenda!XD
    Però ho approcciato prima il Raggae quindi dovrò conoscere altri gruppi/generi dal Sommo Guru...
    Oggi sui national geographic chanel facevano un servizio sulla fauna della Tanzania,incredibile come mi sembrava "famigliare" il paesaggio....sei davvero un ottimo scrittore!continua così!

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  4. Ma eli!!
    1. Sei una merda..era una sorpresa!
    2.E' il mio guru! Non il tuo. U.U

    Scusa tato se uso il tuo blog per queste cose..comunque grazie per la simpatia, adesso vogliamo anche la tua presenza.
    E a proposito io in aereoporto ci verrei anche però se mi arrivi di giovedì mattina io come faccio?? Quindi corriiiiii... =P

    Sai cos'ho capito dopo un mese che sei via? Che non riesco ad immaginarti veramente lì in Tanzania, anche se i tuoi resoconti sono stupendi, davvero, ma immaginarti in ognuna di queste singole situazioni che descrivi, immaginarmi il tuo comportamento, le tue espressioni, indovinare i tuoi pensieri mi manda in palla, non riesco..è troppo..assurdo.
    Non so se hai capito...è un pensiero che m'è passato ora per la testa..
    Almeno qualcosa scrivo...
    che voglia di rivederti!!

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