martedì 15 settembre 2009

Guerra illustre contro il tempo

14/09
10.05pm
Accidenti di quanta roba devo ancora scrivere, e quanta poca voglia ho di farlo adesso. Ma, ho pensato, se non ho materiale da pubblicare domattina, considerando che certamente non avro` tempo, durante la giornata, per scrivere, dovreste aspettare quantomeno il pomeriggio di giovedi`; anche arrivando la sera di dopodomani, infatti, non credo riuscirei a trascrivere e postare alcunche`. Tutta questa spataffiata per farvi capire che mi sto privando di importantissime ore di sonno per non farvi attendere troppi giorni. Considerate, in ogni caso, che se la corrente salta di nuovo o mi stanco troppo tagliero` di netto il racconto. Cominciamo.
Dopo aver fatto quelle cose di cui ho accennato precedentemente, ieri mattina sono andato al centro verso le dieci, dove ho trovato solo Anna che cucinava lavava spazzava nutriva gli animali, mentre Br. era andato a messa da solo. Entro pochi minuti Mi. e Lawrence fanno la loro comparsa, con gli occhi abbastanza rossi e la ridarella facile. Capisco che sono ancora un tantino brilli dal fatto che parlano tra loro in inglese, come ho notato fanno parecchie persone da queste parti; siccome il giorno prima non erano riusciti a presenziare alla camera ardente, spetta loro la visita mattutina. Li accompagno solo dopo essere stato assicurato che non e` un momento riservato ai familiari ma un angolo di ritrovo per tutto il vicinato, i conoscenti e chiunque sia a conoscenza dell’accaduto. Lungo la strada mi raccontano la serata che hanno passato: sono stati tutta la notte al m.c., pieno di wazungu e gente che ballava, quando alle cinque di mattina hanno riportato a casa Loosse e il suo amico; quindi sono andati a ritirare l’altro vain, hanno cambiato la sua ruota e sono arrivati al centro senza dormire nemmeno un minuto. A casa di Mi. facciamo colazione con del pane dolce cucinato dalla sua ragazza, mentre cercavano di spiegarle in inglese che si puo` essere milionari anche non avendo soldi in tasca, e che in qualche modo questo procura la carne per il pranzo. Ma lei rideva e fingeva di dormire. La camera ardente e` una serie di poltrone e divani, privati dei cuscini e dei materassi, disposti in giardino e pieni di gente che chiacchera, gioca a carte e si gode il sole. Un vecchietto tenta di persuadermi che per stare li` devo donare dei soldi, mi vengono presentati dei cugini del fratello di qualcuno e vengo sbattuto su un sedile. Per quanto ne sapessi il legno europeo e` un pessimo conduttore, ma ho scoperto da tempo che in Africa non valgono quasi mai le stesse regole, ed inizio a sudare cullato dal chiaccherio di sottofondo. Quando stavo per appisolarmi possiamo ripartire per la salvifica ombra di un barettino poco distante, che e` ormai terminato il periodo necessario ai vari convenevoli, o forse ne inizia uno nuovo, o chissa` per quale motivo ce ne siamo andati proprio in quel momento. In ogni caso ben presto si unisce a noi Adam, il fratello di Mi., e poco dopo anche Loosse. In quell’istante, nello stesso bar in cui, con le stesse persone, avevo aspettato l’inizio della cerimonia maasai quattro giorni dopo il mio arrivo, sentivo che il cerchio si stava chiudendo. Il serpente che si morde la coda e` sempre stato uno delle mie immagini mitologiche preferite, e mi da parecchio fastidio non ricordarne il nome tecnico. Era qualcosa Ouroboro o qualcosa di simile, mi pare. Pero` e` proprio divertente vedere come si prendono in giro a vicenda, ridendo e mischiando due lingue, tre fratelli e un cugino che escono insieme per una birretta. Tant’e` che ormai abbiamo fatto quasi l’una, e dobbiamo ripartire in fretta. Una pausa a casa di Mi. per lasciargli il tempo di lavarsi e cambiarsi, mentre Law. si addormenta sul divano di Adam e io gioco con Nancy a tirarsi dietro un foulard, senza capire se dovessi colpirla o mancarla. In ogni caso scoppiava a ridere tanto forte da far fischiare le orecchie. Ormai sono le due quando con i cugini raggiungo il centro, dove ingoio qualcosa per pranzo e carichiamo tutti i ragazzi sul vain, diretti ad una sorta di parco zoologico poco fuori citta`. Per la benzina uso la mia ultima banconota, quindi ci fermiamo ad un ATM per prelevare qualcosa, considerando che l’indomani ne avrei avuto un gran bisogno. Digitato il pin, lo schermo mi invitava gentilmente a scegliere il mio servizio tra una vasta gamma di opzioni che spaziavano da “ritira la carta” a nient’altro. Una parolaccia contro la tecnologia, nemmeno troppo volgare a dir la verita`, e gia` si dimentica il dio denaro, rimandando ad un altro tempo un problema non risolvibile in quel momento. Ho notato che e` una strategia piu` che eccellente. Il parco e` una propaggine di un albergo, e l’ingresso, che costa una miseria, introduce ad un ristorante che doveva costare migliaia di euro a portata e pieno di giapponesi ripieni da una parte, e ad una serie di gabbie per animali dall’altra. Nella prima una grossa velvet monkey sgranocchia un frutto grattandosi insolente il grosso sedere; in quella di fronte un coccodrillo del nilo non si accorge che la partita di Bella statuina e` terminata da un pezzo e continua a fingersi di plastica, rivelando di essere vivo solo attraverso gli occhi crudeli. Piu` avanti una gabbia che quella sorta di elegante ed enorme ibis detto crowned crane presente sulla bandiera dell’Uganda condivideva con una fierissima aquila che, zampettando per terra, ricordava una gallina particolarmente grassa. Ed e` inutile, mia cara, che sbatti le ali o muovi il collo a scatti; questa rete ci rende coraggiosi. Un muretto infine ci separa da una decina di grossi istrici bianchi e neri dal musetto di talpa e dall’andatura di anatra. Dovevano essere dei tipetti particolarmente nervosi, perche` quando qualcuno ha lanciato un sassolino accanto ad uno di quelli e` letteralmente esploso in un nugolo di rigidi spuntoni con un fracasso inaspettato. Ci dirigiamo dunque in un’altra zona di quel posto, dove una piccola barriera in pietra ci stacca da un prato piu` basso di un paio di metri e ricco di zebre, struzzi, oche egiziane e, vicinissimi a noi, una coppia di common eland maschi, paciosi simil-gazzelle che possono diventare piu` grossi dei bufali. Qualcuno tra i ragazzi si siede sul muro a giocare a dama, qualcun’altro cerca di attirare –invano- l’attenzione degli struzzi o delle zebre, che sculettano via piuttosto seccate, altri si dedicano agli eland. [Piccola digressione sulle zebre: a me piacciono ed affascinano molto, ma sotto sotto mi stanno terribilmente antipatiche. E` anche a causa della loro codardia che l’europa ha conquistato l’africa e non il contrario. Per le motivazioni rimando ad Armi, acciaio e malattie di Diamond. Per chiunque voglia avere una visione un po` diversa di se` stesso e di cio` che lo circonda.] Torniamo al gruppo dell’eland, che risulta vittorioso: uno dei due si avvicina interessato, si lascia nutrire e toccare il muso, le corna, la fronte; non si offende per le urla spaventate di qualcuno dei piu` giovani e lecca con linguate raspanti e viola le mani dei piu` temerari. Dopo aver espiantato meta` del prato circostante iniziamo a cercare qualcos’altro da fare, che alla fin fine non e` cosi` diverso dalla mucca. Pertanto scaliamo un cactus grosso come un albero, scendiamo una piccola gola diretti verso un torrente ed iniziamo a giocare con l’acqua. Io e Fr. camminiamo tra cespugli tropicali appicicosi e pieni di ragnatele finche` non troviamo un albero caduto che conduce sull’altra sponda; mostrando inaudite doti di equilibrista riesco ad attraversare il corso senza particolare difficolta`. Tuttavia, quando raggiungiamo il punto dove tutti erano raccolti, scopriamo che e` tempo di risalire e tornare verso l’ingresso. I ragazzi mi invitano a togliermi le scarpe e guadare, come loro, a piedi, ignorando evidentemente l’esistenza della schistosomiasi o come diamine si chiama il vermetto che entra sotto pelle nei corsi d’acqua tropicali. Faccio un veloce calcolo a mente: il troncoponte e` troppo lontano; sono stato punto da zanzare, formiche e mosche tsetse di tutti i tipi e dimensioni; di solito non becco malattie o altre cose strane, e riesco sempre a farmele passare in fretta; se cammino solo sulle rocce non dovrei avere problemi. Gia` quest’ultimo punto si rivela fallimentare, poiche` metto un piede in fallo e lo pianto nella fanghiglia. Ma mi importa poco se non me ne frega niente; non guadavo un fiume a piedi nudi da piu` di due anni [sorgente dell’Enna, presso il ponte di Lavina, valle Taleggio, estate 2007] e ci stiamo tutti divertendo tantissimo. Ritorniamo presso il prato per salutare gli animali e incrociamo il momento della distribuzione del cibo, con i crowned crane che si pavoneggiavano contro le oche egiziane ma che erano spaventati dagli struzzi e i quadrupedi che non capivano il motivo dell’agitazione di tutti quei dannati pennuti che non mi lasciano brucare in pace. La guardia all’ingresso, mentre usciamo, ci regala delle piume di struzzo. I ragazzi si sono divertiti come non mai in quest’ultima domenica, e questo mi ha reso davvero contento. Ci salutiamo ancora ignorando il programma dell’indomani, che mi appresto a preparare con Anna. Ne stendiamo due, a causa di un’incognita incombente. Se il funerale della zia verra` fatto di mercoledi`, allora il lunedi` sara` dedicato a salutare i bambini della scuola e allo shopping, mentre il martedi` al preparare i bagagli e fare una grossa festa con i ragazzi piu` grandi. Se, al contrario, il funerale sara` martedi`, allora dovremo shoppingare lunedi` mattina, fare festa con tutti il pomeriggio e incastrare in qualche modo tutti gli impegni del giorno dopo. Mentre Anna va ad informarsi dalla sorella, torno a casa per una doccia al buio e rientro al centro insieme alla corrente elettrica. Spedisco un paio di e-mail e ceniamo. La notizia arriva, funerale martedi`. Tornato a casa scrivo, come sapete fino a mezzanotte. Lunedi` sara` veramente pieno.
P.s. qui finiscono gli appunti che ho preso ieri sera; adesso sono le 11.25pm, e credo proprio che non scrivero` adesso riguardo ad oggi. Non solo non voglio terminare all’una, ma lo considero il primo degli ultimi giorni e voglio che siano tutti insieme.
P.p.s. Ho finito il Principe di Machiavelli. Considerando che e` uno dei miei pensatori preferiti in assoluto, ritengo questo libro uno dei migliori manuali di etica allegorica che esistano, e penso che siano veramente poche le persone che hanno appreso pienamente, nel corso della letterattura, il messaggio che il Segretario voleva trasmettere; da Hegel in poi, credo. Perche` le cose stanno cosi`, e quindi e` inutile parlarne come se il mondo fosse migliore di quanto e`.
P.p.p.s. Una manciata di punti a chi invece indovina questa, di citazione.
Ale

2 commenti:

  1. incredibile. non pensavo che saresti riuscito a ritagliare del tempo anche per questi poveri wazungu, che questuano le righe del tuo diario.
    che dire? asante sana mzungu.
    ma come faremo a riconoscerti all’aeroporto? sei molto cambiato? un poco più scuro forse. trecciolinato probabilmente.stanco e un po triste quasi di sicuro. vedi di riconoscere tu qualche viso nella massa o grida “ehi, tatonzania è qui”.
    noi poi penseremo a strapazzarti di abbracci.
    kwaheri kesho
    … safari njema ...

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  2. Mmmmh...Manzoni?
    Anche io voglio Gli Eland!cosa diavolo ci faccio qua con un semplice bastardino?!(pur volendogli molto bene è un bastardinoXD)
    Devi arrivare assolutamente la Sera se no come faccio a venire? il Lussana è rigidissimo sui ritardi...
    In ogni caso spero di essere lì per vederti più Masaai che mai!

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