venerdì 4 settembre 2009

Back to school (Pt 1)

02/09
1.45pm
Domani inizia la scuola qui al centro, e pertanto questa mattina e` stata dedicata alla pulizia e alla sistemazione del suo giardino. Prima di tutto io e Mi. siamo andati nell’orto incolto dove cresce l’erba dei conigli per raccoglierne un sacco (letteralmente, non nel senso di “tanta”); poi, sfamati loro e le galline, abbiamo potato i cespugli, spaccato e sistemato la legna, tagliato l’erba con una sorta di spada ricurva, raccolto il tagliato per spargerlo nell’orto del centro come fertilizzante, riparato il rubinetto dell’acqua, annaffiato le piante, chiuso i buchi nella canna, annaffiato il prato, chiusi altri buchi nella canna, annaffiato l’orto; pranzato, riposato, bagnato il terreno per evitare che, seccando, crei troppa polvere. Mi pare sia tutto. E` stata una mattinata faticosa ma tutto sommato molto divertente –quella spada e` parecchio difficile da maneggiare. Tra poco andiamo a comprare il kerosene da distribuire ai bambini del centro.
P.s. Sto riflettendo su come sia curioso che si possa parlare per ore di uno sguardo, o un gesto, o un sottogesto e nello stesso modo sbrigare in pochi secondi cio` che ha richiesto millenni per avvenire. Lo stesso accade spesso in letteratura, dove si possono trovare da un lato tomi e tomi su “m’illumino/d’immenso” (che io peraltro non considero nemmeno una poesia), dall’altro “durante l’ellenismo utilizzavano la koine`”, cioe` sei parole per racchiudere infiniti volumi e manoscritti.
8.55pm
Il kerosene non c’era, abbiamo girato tutti i benzinai della citta` tornando a casa a taniche vuote, e subito dopo Mi. scappa non so bene dove e rimango con Anna a sistemare un po` il campetto di calcio chiaccherando di parole swahili, tempo meteorologico, strutture scolastiche, ladri e citta`. Lo scuolabus di Brian era in ritardo, e arriva solo alle cinque del pomeriggio, giusto in tempo per riposarsi un po’ ed essere spedito con me a comprare della carne in una sorta di bar-ristorante-macelleria qui nella zona. Tornando dalla missione incrociamo Fergusson, l’amico di Mi., e lo invitiamo a cena nel suddetto locale. Un chilo di nyama choma richiede cinquemila lire e un bel po` di tempo per essere cucinato, cosi` andiamo a fare un giro a casa sua (..nella sua capanna, intendo; piena di poster religiosi e sacchetti di sementi) e a raccogliere altra erba per, stavolta, i suoi conigli. Torniamo al b-r-m per guardare un paio di partite di biliardo e ordinare anche due piattoni di patatine fritte, settecento lire l’uno. Mentre mangiamo vanno via la luce elettrica e quella solare; ormai sono le sette, riaccompagniamo a casa Br. che non ha ancora fatto i compiti e, con il beneplacito di Anna, accetto di farmi offrire da F. un’altra birra in un locale poco distante. Qui un generatore permette di godersi un gruppo reggae pop congolese composto da dei tizi travestiti da animatori turistici con dei rasta che sembravano piuttosto posticci. Intanto si discute della differenza tra leopardi e ghepardi (una riga nera sul muso), delle leggi tanzaniane sull’esportazione del cibo, delle leggi italiane sull’immigrazione, del fare notti bianche prima di lavorare, dell’accoglienza che riceverebbe dai miei connazionali, delle mucche dei maasai e altre facezie. Mi lascia davanti al centro promettendomi che uno di questi giorni saremmo andati a cercare una casa in vendita per me; entro e mi ritrovo del te` allo zenzero e un divano sotto il sedere. Ho il permesso di ritirarmi solo dopo aver accettato del cibo per la cena, i.e. fagiole e chapati, che adesso penso proprio che faro` sparire.
P.s. sempre piu` problemi all’elettricita`
P.p.s. la birra tusker viene cosi` chiamata perche` uno dei fondatori e` stato ucciso da un elefante.
03/09
9.35pm
Primo giorno di scuola per i bambini tra i tre e i sei anni che frequentano il centro. Arrivano, mi giocano, spingono, passano una palla, si fanno spingere sull’altalena e imperterriti mi ridono in swahili. Quindi arriva Anna, percio` fanno a gara a chi raccoglie piu` foglie secche e altre piccole sporcizie dal terreno prima di cantare quattro o cinque canzoni –sbagliando a volte le parole, a volte il ritmo, a volte cantandone due diverse insieme. Ispezione di unghie, capelli, vestiti; seduti in cerchio, ascoltano impressionati la storia di Davide e Golia, pregano. Ora dovrebbe essere il tempo di fare lezione, ma siccome e` il primo giorno –scuola illuminata! Si gioca e basta. Nel frattempo arriva Tabitha, la sorella minore di Anna e Mi., ventitreenne che studia in un’altra citta`. Siccome Mi. non da` sue notizie, accetto di andare con lei a trovare un suo amico. Con il dalla-dalla raggiungiamo la stazione dei medesimi, in una zona un tantino squallida, dove saliamo su un altro per arrivare sulla strada che conduce a Nairobi, periferia, povera ma abbastanza curata e presentabile. Il suo amico, musulmano di nome Ospite (questo, credo, era la traduzione del suo nome, che non ricordo; ma ai fini del racconto va piu` che bene) vive in una stanza con un letto, una tv con lettore dvd, un divanetto e un armadio. Pensavo che stessimo aspettando qualcun’altro, ma dopo parecchi video musicali e un paio di bibite offerte capisco che e` questo il loro programma della mattinata. Quando si ricordano che ci sono anche io, cominciano a chiaccherare in inglese; ma appena a uno dei due non viene in mente la traduzione di una parola, ricadono inesorabilmente nella lingua madre. Poco male, ormai ci sono abituato; anzi, penso che trovero` strano capire quello che la gente si dice per strada, tra due settimane. Os. non mi piace troppo, e` una di quelle persone tutta sorrisi di circostanza e gentilezze forzate che mi infastidiscono un po`. Quando una signora parecchio anziana, probabilmente sua parente, mi domanda qualcosa in swahili, si mette a fissarmi come se si aspettasse un mio discorso appassionato invece che tradurmi la richiesta o suggerirmi la risposta per salutare educatamente ed andarsene come fanno di solito i miei ospiti. Ora di pranzo, in un locale in fondo ad un vicolo attraversato da rigagnoli, un poster gigante di Selassie copre una delle pareti mezzo intonacate. Io e Ta. mangiamo una sorta di frittata spessa con pomodori e cetrioli (Os. no, che e` periodo di ramadan) e torniamo nella stanza. L’attivita` del pomeriggio e` guardare una commedia in slang americano su un perdente che diventa il piu` figo della scuola ma perdendo gli amici. Almeno questo e` quello che ho capito. Si esce, dalla-dalla fino a un quartiere un po` lasciato a se` stesso, entriamo in un resort stranamente pulito e ordinato dove Os. chiacchera un po` con la portiera (una sua amica, conosciuta in questo posto questo tempo fa, mi dice Ta.; che non eravamo nemmeno stati presentati). Poi, a piedi, attraversiamo la citta` quasi fino alla clock tower. Attraversando la strada Os. mi prendeva il braccio e mi guidava premuroso. Mi veniva voglia di scrollarmelo di dosso e dirgli che 1-Io ho attraversato il mondo da solo e so camminare per la strada; 2- ho diciannove anni e non nove; 3-sono sopravvissuto al Cairo, dove gli automobilisti avrebbero guidato sui marciapiedi se fossero stati abbastanza larghi; 4-anche nella mia citta` ci sono le macchine, per di piu` oggi c’e` traffico e qui sono tutti fermi. Ma non ho precisato niente di tutto cio`, e ci salutiamo prima di saltare con Ta. sul primo dalla-dalla per Njiro road. Tornando a piedi verso il centro e sgranocchiando una pannocchia arrosto, ammiro il tramonto. Ogni giorno e` di un colore diverso, e rendeva di un colore diverso ognuna delle migliaia di nuvole che si perdevano verso l’orizzonte. Questo mi ha fatto pensare che la giornata non e` stata del tutto sprecata. Di sera accompagno Br. a comprare del latte fresco e, per me, dello zucchero,che mi danno impacchettato in un foglio di giornale. Domani dovrei andare con Mi. e le due guardie maasai al loro villaggio, perche` uno dei due si trasferisce a Tanga e deve sbrigare degli affari.
P.s. forse ho visto tutto un po` negativo perche` oggi non mi sentivo molto bene
P.p.s. Arusha e` piu` piccola di quanto mi immaginassi
04/09
2.30pm
Mi. ci ha dato buca, e siccome aveva pure il cellulare spento ho passato la mattinata con i bambini. Dopo le canzoni, la storia biblica e un po` di ripasso dei nomi degli animali, delle lettere dell’alfabeto e dei numeri hanno avuto tempo libero. I tre maschietti piu` grandi insistevano affinche` giocassi con loro a calcio, e ho dovuto faticare nel mantenere l’equilibrio tra il non deludere quello che giocava con me e il non demoralizzare chi giocava contro –mi tenevo sempre uno o due gol sotto di loro. Poi, a gesti e in swahili, ho unito il mio compare alla squadra avversaria e cosi` mi e` bastato perdere trentotto a quarantuno o qualcosa di simile. Prima di merenda ho fatto in tempo a prenderne due sottobraccio e rincorrere un terzo, spingere due altalene contemporaneamente, sollevare tutti i bambini per farli aggrappare al canestro, lanciargli la palla, tenere la bambola a una bambina, andare nell’altro giardino a recuperare la palla, rincorrerli, altalene… Chai, arachidi; poi fanno un gioco che io da piccolo chiamavo Gatto e topo, se non ricordo male, e posso riposarmi. Non ho piu` l’eta` per certe cose. Quando se ne vanno tutti organizzo il pomeriggio insieme ad Anna e vado a casa per pranzare e trascrivere queste parole. Tra poco vado in centro da solo per cambiare dei soldi e, al ritorno, magari andiamo di nuovo a trovare la maasai centoquindicenne.
P.s. Non ho mai preso un dalla-dalla da solo
P.p.s. Se avessi avuto debiti adesso sarei sotto esami
P.p.p.s. Massima simpatia per chi invece che li ha. Mi spiace.
8.40pm
Il giro in citta` e` stato molto divertente; all’andata sono sceso presso l’impala hotel perche` pensavo avessero un cambio piu` conveniente che in citta`, ma non era cosi`; percio` decido di camminare per il chilometro circa che mi separa dalla clocktower, poiche` e` una bella giornata di sole, stranamente, e c’e` un profumo di allegria che di solito non si trova in citta`. Lungo la strada vengo avvicinato da tre tizi con delle stampe (Dipinte da me, sono un artista!) sottobraccio. Tutti e tre mi chiedono la nazionalita`. Al primo rispondo la verita`, e ne ricevo l’elenco di tutti i capoluogo di regione in ordine di produttivita` turistica; quando capisce che le sue stampe non le compro, mi propone Maria buona maria!. Rido e mi allontano. Al secondo rispondo Azerbaijan, in onore di Imran e per vedere quanto e` ferrato in geografia (poco, mi guarda confuso). Lui mi propone, dopo aver insistito per le sue opere, della tanzanite a buon mercato [ora, se io avessi delle gemme di un minerale che e` qualcosa come mille volte piu` raro del diamante, non penso proprio che andrei a vendere disegni per la strada]. All’ultimo do la stessa risposta, e almeno lui sapeva il continente degli azeri. Questa volta l’oggetto di ripiego era un braccialetto di scadente fattura, ma iniziavo un tantino a scocciarmi. Per frortuna ero al bureau de change, dove mi sono caricato tanto cosi` di banconote da cinquemila schillings. Il ritorno e` su un dalla-dalla abbastanza affollato, ma niente in confronto alle Bare di Cristallo. E pensare che, sulle solite guide internet, sconsigliavano caldamente di salirci perche` pericolosi per gli averi e la salute dei passeggeri. Scendo alla mia “fermata” e faccio una piccolo spesa (uova, latte, pane) parlando solo Swahili. A cosa ti serve una lingua, se non a procurarti il cibo?
Lascio tutto a casa e vado al centro, dove con Tabitha e Brian mi dirigo a cercare Michael, sparito da un po` di tempo. Ma la sua porta e` chiusa, quella di Nancy pure e decidiamo di andare a trovare Agatha, l’altra maestra del centro. Nel suo giardino si chiacchera in Swahili, si mastica canna da zucchero (le cui fibre rilasciano un succo molto dolce) e arachidi appena tolte dal fuoco, si passa il tempo. Sulla via del ritorno troviamo la madre di Nancy con la bimba, che devo portare in braccio fino a casa sua. Ormai e` buio, e si alza una luna piena con una luce da lampione, che faceva male agli occhi se fissata. Non credo di aver mai visto una luna cosi` stupenda, enorme e luminosa. Non c’era nemmeno bisogno di usare la torcia, ed era di una bellezza tale che ne sentivo la mancanza mentre ancora la guardavo. Si cena con ugali, erbette e stufato tassativamente da mangiarsi con le mani. E questo, per ora, e` tutto.
P.s. So che questo post e` corto e scritto male, ma non e` successo granche` in questi tre giorni.
P.p.s. La canna da zucchero e` davvero buona.

3 commenti:

  1. ale, sei troppo esigente con te stesso e la tua penna (biro?tastiera?).
    se per te è brutto un racconto di vere giornate africane, che ci fa vivere il tempo con un ritmo straniero, e assaggiare cibi sconosciuti, viaggiare su mezzi insoliti, insomma anche per noi ritagli un poco di vita africana, beh, allora che dire?
    importa niente a noi. tu continua a scrivere.
    piuttosto facci sapere di michel. siamo un po preoccupati a questo punto.
    anche di te, devi dire come stai.ti sei ripreso dal malessere?
    buona notte grande stanco mzungu che fa giocare i bambini.
    p.s. come farai a non portare con te almeno due o tre bambini? oltre a nancy, naturalmente.

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  2. p.s. sono andata a controllare. si può sapere perchè perdi tempo prezioso a pettegolare e masticare canna? fiondati subito sulle merelani hills! è li che trovi la tanzanite. vai e scava
    p.p.s. è descritto pure “..impressionanti montagne piatte isolate sulle grandi pianure vicino al monte kilimanjaro...” è vero? é così?. cielo! invidia hai ragione. si prova invidia pura ad ogni rigo scritto
    p.p.p.s. ti spedisco il badile?
    jambo mzungu.

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  3. Woow,ti ci vedo a tagliare l'erba con un simil-macete come indiana Jones,ma ti vedo ancor di più a giocare con i bambini...se hai bisogno di un lavoro per pagarti studi e cose simili fai il baby sitter che diventi il più richiesto in ItaliaXD
    "Spesso siamo noi i peggior censori di noi stessi",non so chi l'avesse detto ma mi pare azzeccata in questa situazione,ci descrivi sempre le Tue giornate Africane regalandoci visioni stupende(come il tramonto,dio quanto lo vorrei vedere!)o le facce dei bambini sorridenti...Già il fatto di tenere un blog come questo è un grandissimo piacere che ci dai!
    P.P.S certo che potevi accettare un pò di "buona maria"tornato in Italia iniziavi un giro di spaccio così da diventare schifosamente riccoXD
    P.P.S.L'alternatia faticosa invece e cercare la Tanzanite come ha detto Paciana,ma credo che tu ti stanchi già abbastanza a correre di qua e di là di un campo da calcio vero?
    P.P.P.S L'altra alterativa è diventare Maradona II

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